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pubblicato il 28 / 06 / 2019

Gomme: i 5 consigli per divertirsi al massimo in pista

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Andate in pista e siete alla ricerca di consigli sulle gomme? Ci pensa Pirelli, che con il suo semi slick con omologazione stradale Pirelli P Zero Trofeo R è uno dei punti di riferimento. La guida in pista, terreno ideale per questa gomma, costringe a stress importanti tutta la vettura, pneumatici compresi: forti accelerazioni longitudinali e laterali e temperature elevate mettono a dura prova mescole e struttura che devono garantire efficacia e sicurezza anche alle supercar più veloci. Di conseguenza, è fondamentale utilizzare questo genere di pneumatici con cura, specialmente prima e dopo la giornata in pista. Alcuni consigli utili possono rendere la giornata fra i cordoli ancora più divertente.

  1. OCCHIO ALLE GOMME
    Prima di scendere in pista (meglio ancora, prima di partire per il circuito) è opportuno effettuare una verifica visiva dello stato del pneumatico. Sia un’eccessiva usura del battistrada sia eventuali danni esterni devono mettere in allarme, in caso di dubbi chiedere consiglio al proprio gommista. Questa procedura va fatta sia prima di entrare in pista sia a fine giornata quando si devono percorrere i chilometri che separano il tracciato dalla propria casa. Infatti, un contatto con un’altra auto, troppi salti sui cordoli o magari un’uscita sulla ghiaia possono aver danneggiato la struttura dello pneumatico.
  2. LA PRESSIONE DELLE GOMME È GIUSTA?
    L’aspetto più importante da tenere sotto controllo è la pressione. La temperatura elevata che raggiunge l’aria all’interno della gomma modifica i valori, dunque è fondamentale seguire la procedura corretta. All’arrivo in circuito, impostare la pressione sui quattro pneumatici a un valore di 0,4 bar in meno rispetto alla pressione indicata dal costruttore dell’auto (nel caso di auto a trazione posteriore, impostare 0,3 in meno sull’asse davanti). I piloti più esperti preferiscono tenere una pressione inferiore rispetto a quanto indicato dal libretto di uso e manutenzione ma è una pratica che richiede molta esperienza, dunque non adatta ai neofiti: stressare gli pneumatici in pista con troppa poca aria all’interno è fonte quasi certa di danni alla struttura, venendole a mancare un adeguato sostegno e causando deformazioni della carcassa oltre i limiti di progettazione.
  3. SCALDATE LE GOMME PRIMA
    Impostare la pressione ai valori sopra indicati è l’ultima fase della preparazione dell’auto, poi si può entrare in pista. Ma vietato tirare da subito: entusiasmo del pilota ed esuberanza dei cavalli non devono essere liberati sin dalla prima staccata perché le gomme ancora non sono pronte a dare il meglio. È opportuno percorrere circa 25 chilometri prima di affondare completamente il piede sul gas. Circa 5 giri di pista (o soltanto uno, nel caso di tracciati come il Nurbrgring-Nordschleife!). Finito il riscaldamento, tornare ai box per misurare la pressione che va ripristinata se oltre il valore previsto dal costruttore. Attenzione: in caso di soste ai box superiori ai 10 minuti, la procedura va seguita nuovamente dall’inizio: pressione a -0,4 bar, riscaldamento, nuova verifica.
  4. RAFFREDDATELE POI
    Quando la giornata sta per concludersi, mai uscire dal circuito dopo un giro veloce. Gli pneumatici (ma anche freni, turbine, etc) hanno bisogno di defaticare, come i muscoli delle gambe dopo un allenamento intenso. Uno o due giri lenti consentono alle varie componenti dell’auto di tornare a regimi di temperatura più normali, prima di fermarsi. Una volta fermi, attendere che le gomme si raffreddino completamente e poi riportare la pressione al valore indicato dal costruttore.
  5. UN’ULTIMA ACCORTEZZA
    La raccomandazione è di usare normale aria compressa (preferibilmente essiccata) per gonfiare gli pneumatici. Non sono richiesti gas specializzati come l’azoto a meno che la sorgente di aria a disposizione non sia eccessivamente umida. E per risultati costanti usare sempre un manometro di alta qualità. Infine, è raccomandato l’uso di valvole in metallo anziché di gomma poiché più resistenti ad alte temperature e sopportano maggiori livelli di stress.
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