Gripdetective

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pubblicato il 09 / 05 / 2019

Il giro del mondo in solitaria su due gomme… Anlas

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Paolo De Dea, bellunese, classe ’60, ha realizzato il suo sogno: fare il giro del mondo in moto in solitaria. Partito da Belluno verso est il 23 maggio 2018, Paolo, in sella alla sua Bmw GS 1200 Lc del 2017, ha attraversato Grecia, Turchia, Iran, Pakistan, India, Indonesia e poi Australia, Stati Uniti e Sudamerica, per rientrare nella sua città il 7 dicembre. 68.000 chilometri in poco più di sette mesi.

Le gomme sono state messe a dura prova e Paolo ha avuto modo di soppesarle e valutarle con estrema attenzione. Sponsor e fornitore dei pneumatici è stato Anlas, con diversi modelli, anche se, per imprevisti del percorso, Paolo ha montato anche delle Metzeler.

“Realizzare un sogno non è facile, – ci ha raccontato Paolo – ma, con molta costanza e un po’ di tenacia, è possibile. E i sogni bisogna sempre perseguirli”.

“Tutto è iniziato nel 2012, un anno in cui ho avuto grossi problemi familiari e in cui sono partito per il mio primo viaggio in solitaria in Russia e tutta Europa. In quei giorni mi è venuta l’idea dei fare il giro del mondo, da solo, con la mia moto.”

Il lavoro di Paolo è iniziato un anno prima della partenza, per assolvere tutti gli adempimenti burocratici e ottenere i visti necessari in alcuni Paesi, con l’aiuto di un’agenzia e dei consigli di alcuni amici. L’Africa non è stata inserita nel percorso, per due motivi: la moto pesante non era adatta alla sabbia dei deserti e le situazioni di instabilità politica erano preoccupanti in diversi Paesi.

De Dea è partito con l’idea di portarsi dietro delle parti di ricambio per la moto, gomme incluse, ma Anlas, che ha l’headquarter in Turchia, lo ha assistito anche a distanza, inviando le gomme nei diversi Paesi in cui si rendeva necessario il cambio.

I treni di gomme sono stati 10 e i modelli Anlas 3: Capra R, Capra RD e Winter Grip.

 

“La prima sostituzione – racconta De Dea – l’ho fatta in Turchia nella sede di Anlas, che si era resa disponibile a mandarmi il cambio successivo in India. Purtroppo però ci sono stati intoppi doganali che mi hanno fatto perdere 10 giorni e che mi hanno costretto a viaggiare con le stesse gomme, le Capra RD, fino a Nuova Dehli: altri 3.000 chilometri di Himalaya con le gomme quasi finite. Si sono comportate in modo eccezionale! Avevo già fatto 13.500 chilometri, anche se a velocità limitata – la velocità è l’elemento che consuma di più le gomme – , ma la tenuta è stata incredibile fino alla fine. Di solito io usavo le Continental TKC 70, che sono delle ottime gomme, ma devo dire che le Anlas, secondo me, sono delle validissime competitor con una marcia in più e uno straordinario rapporto qualità/prezzo.”

Arrivato a Nuova Dehli il cambio gomme non si poteva proprio più rimandare e, in assenza delle Anlas, De Dea ha montato le Metzeler Karoo 3, che ha descritto così: “sono ottime gomme, con cui mi sono trovato bene, ma, essendo tassellate, le ho consumate in circa 6.000 chilometri, troppo pochi per il mio programma, ma assolutamente normali per il tipo di pneumatico.”

Da qui in poi il viaggio ha girato sempre su Anlas: le stradali Capra RD per quasi 10.000 chilometri, che il biker definisce “eccezionali, con un ottima tenuta anche su bagnato” e le Winter Grip, che De Dea ha apprezzato molto sull’asfalto freddo. Delle invernali di Anlas, De Dea dice: “Io ho fatto poca neve, ma le Anlas Winter Grip ti premettono qualcosa in più rispetto a una gomma normale. Tra l’altro sono disponibili anche per gli scooter e questa è una bellissima idea, perché in inverno, soprattutto nelle città, lo si usa spesso e queste gomme fanno decisamente la differenza.”

Insomma, gomme e moto hanno sempre risposto e fatto il loro dovere. Ci sono stati alcuni imprevisti, ma per fortuna mai così gravi da dover interrompere il viaggio. A voler essere precisi, sempre restando con il focus sulle gomme, c’è stata una foratura, in mezzo al deserto, con le Metzeler Karoo 3, ma De Dea era attrezzatissimo e con il kit è riuscito a risolvere il problema in brevissimo tempo. Un’altra difficoltà è insorta con la ruota anteriore in India, dove le strade hanno molte buche, anche molto profonde. Il cerchio anteriore, anche se rinforzato, si è incrinato e quindi la gomma perdeva. “Per fortuna avevo con me un piccolo compressore portatile, – spiega De Dea – e ogni ora mi fermavo a pomparle. Poi per fortuna Anlas dall’Italia mi ha mandato le gomme nuove e le ho cambiate.”

Aneddoti e consigli per chi vuole mettersi in viaggio

 

Il posto più bello che hai visto?

Myamar e Bali sono state le tappe più belle in assoluto.

E quello più brutto?

Da un punto di vista personale, il posto che ho vissuto nel modo peggiore, per problemi di alimentazione e igiene, è l’India. È un Paese particolare, che ti lascia qualcosa dentro, ma che non è per tutti. Nel viaggio comunque ci stava e lo rifarei subito, anche perché ho visto delle cose bellissime.

La moto diventa la tua casa?

No, la moto diventa un’estensione di te, sotto tutti i punti di vista. Ti leghi alla moto in maniera viscerale e hai paura di abbandonarla, perché altrimenti non ti puoi più muovere. E poi acquisisci una confidenza, anche nella manovrabilità, che è unica e probabilmente impossibile per una persona ‘normale’, perché fare il giro del mondo è un’esperienza davvero unica.

La meta del prossimo viaggio?

Probabilmente repubbliche baltiche e Russia, sempre correndo su Anlas, naturalmente.

Cosa hai messo in valigia?

Il rischio era, come sempre, di portare troppa roba, ma mi ero imposto delle regole precise. Il mio bagaglio era così composto: due canottiere tecniche, 200 mutande usa e getta – sì quelle che usano le donne dall’estetista -, un boxer rinforzato, due magliette tecniche, due pantaloni tecnici leggeri, trasformabili in corti e rapidi da lavare a asciugare, un paio di scarpe e gli stivali. Tutto qui. Ho sempre pensato che, se proprio serviva, avrei comprato in giro.

Oltre all’abbigliamento avevo con me un PC, due cellulari, un’apparecchiatura satellitare per le emergenze e una telecamera.

Adesso avrai dei nuovi amici in tutto il mondo…

Tantissimi. Ancora oggi mi scrivono e mi seguono nelle mie avventure. Ricordo che a Sumatra, ero appena entrato in città e ho incontrato un motociclista. Lì hanno delle piccole moto, ma sono tutti appassionatissimi. Dopo una chiacchierata, ci siamo scambiati il numero di telefono e salutati. Dal giorno dopo io ricevevo ogni giorno un migliaio di messaggi di motociclisti di Sumatra, che lui aveva coinvolto, e in ogni città in cui entravo trovavo una cinquantina di motociclisti, che mi aspettavano e mi scortavano fino alla tappa successiva. È stata un’esperienza strepitosa.

Ti sei portato a casa degli oggetti-ricordo?

Mi sono portato a casa tante emozioni.

L’emozione più forte?

La gente. Vedere la gente nei Paesi che hanno meno e che sono pronti a darti tutto. Le emozioni vere te le lascia la gente, perché i paesaggi, le città, le immagini le vedi anche nei libri e online. Ma la gente, quella la devi incontrare. E ti resta dentro.

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