Gripdetective

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pubblicato il 02 / 08 / 2021

Il motociclista prima e dopo il Covid

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Da avventuroso a normale, dal chiodo all’abbigliamento tecnico: com’è cambiato il motociclista prima e dopo il Covid?

La pandemia da Covid ha rivoluzionato la mobilità. Su questo non c’è alcun dubbio. Mezzi come la metro, l’autobus o il treno sono percepiti come pericolosi perché non consentono un grande distanziamento, mentre la moto… è diventata sicura! Sembra un paradosso, ma con la moto non si entra in contatto con nessuno e si viaggia all’aperto, insomma la moto è Covid free.

Abbiamo chiesto al responsabile due ruote di Pirelli, Danilo Bernini, come il Covid abbia cambiato la figura del motociclista.

Il Covid è stato un evento catastrofico, uno di quelli che cambiano la storia dell’umanità e provocano delle evoluzioni. Un po’ come le torri gemelle o la crisi finanziaria del 2008, che aveva fatto crollare drasticamente le immatricolazioni delle due ruote. Quest’anno, invece, le vendite stanno crescendo a doppia cifra, sia che si parli di moto e scooter che di biciclette ed e-bike. La moto oggi viene utilizzata per andare in ufficio e a scuola oppure per il turismo di prossimità.

Come è cambiato il concetto di viaggio in moto?

Prima della pandemia un motociclista non poteva definirsi tale se non aveva fatto almeno un viaggio Milano – Capo Nord. Lo stereotipo del super-viaggio avventuroso è caduto, perché oggi non si può più fare e quindi il motociclista è diventato più ‘normale’, molto più simile a quello di trent’anni fa, quando con la moto si andava a fare un passo in montagna o una giornata al mare. Stiamo progressivamente tornando a quel tipo di utilizzo delle due ruote.

Un altro trend che percepisco osservando il mercato è che sempre più spesso, in moto, si viaggia in due e viaggiare in due, tendenzialmente ci avvicina al concetto di famiglia. Insomma, la moto oggi rappresenta la normalità, un mezzo di trasporto della famiglia e non solo la passione di un gruppo di pazzi scatenati.

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Ma allora cade anche il sinonimo di moto e libertà?

Non cade, ma cambia. Trent’anni fa la moto davvero rappresentava per un giovane la libertà, perché era l’unico modo per spostarsi in autonomia e fare anche qualche breve viaggio. Negli ultimi 15 anni, invece, i giovani non hanno più avuto bisogno della moto per sentirsi liberi, perché ci sono moltissime opportunità per spostarsi senza spendere molto: metro, car sharing, bike sharing, voli low cost… Adesso la moto è diventata sinonimo di libertà perché è uno dei mezzi più sicuri per viaggiare perché permette il distanziamento. È una libertà diversa, che apre un panorama completamente nuovo.

È cambiato anche il look del motociclista?

Sicuramente. Secondo me sta un po’ cadendo lo stereotipo del motociclista ‘cattivo’ con il giubbotto di pelle o la tuta e il casco da pista. Oggi quello che piace è l’abbigliamento tecnico bello e proporzionato. Le case di abbigliamento hanno capito questa esigenza e propongono capi tecnici adeguati, che si possono sfoggiare anche una volta scesi dalla moto. Insomma, si può essere motociclisti, ma vestiti di tutto punto e alla moda.

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Che esigenze di assistenza tecnica ha il motociclista di oggi rispetto a quello del passato?

Il nuovo motociclista ha esigenze diverse rispetto al passato: molto meno specialistiche e molto più di servizio. Il motociclista oggi vuole trovare un’assistenza vicino a casa o all’ufficio e vuole che sia professionale e competente.

Io, da ragazzo, facevo 40km per cambiare i pneumatici da un gommista che correva in pista e che quindi mi ispirava fiducia. Oggi appassionati così ce ne sono, ma sono proporzionalmente meno rispetto a un tempo. È infatti aumentato molto il numero dei motociclisti più ‘normali’, che usano la moto per commuting o come svago. La passione c’è sempre, così come la consapevolezza dell’importanza delle gomme per la sicurezza, ma quello che cercano sono la prossimità, il servizio e la competenza.

Pirelli – lo sappiamo tutti – ha un catalogo completo di pneumatici, ma offrite anche i servizi di assistenza?

Si chiama Driver il network di circa 450 officine e gommisti Pirelli presenti in tutta Italia e praticamente tutti offrono anche il servizio moto. Alcuni sono degli specialisti della moto, altri hanno iniziato da poco, ma tutti hanno ricevuto una formazione ad hoc per rispondere a questo particolare tipo di cliente. Perché, se parliamo di ruote, 2 non è la metà di 4. Parlare con un motociclista non è come parlare con un automobilista, sono due mondi completamente diversi. E i nostri gommisti Driver sono preparati per offrire il miglior servizio – e prodotto – anche ai motociclisti. Per capirci, se ti presenti da un Driver con la moto, non ti chiederà come senti la gomma quando ‘fai la curva’, ma quando ‘pieghi’!

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